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La fotografia è digitale
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Non si può parlare di fotografia senza ritornare agli albori, la “camera obscura” … che succedeva ora con la fotografia digitale, era totalmente morta? Il processo fotografico, senza la parte di sviluppo era monca, portare direttamente a video le immagini senza avere la possibilità di intervenire, per correzioni o per modifiche artistiche rendeva poco appetibile la digital photography, soprattutto all’arte e alla foto di qualità.
... Mancava ancora in questi tempi una "vera camera oscura per la fotografia digitale".

Negli USA la famiglia Knoll, composta da un professore di ingegneria (Glen Knoll), uno studente di ingegneria presso l’Università del Michigan (Thomas Knoll) e suo fratello che lavorava alla Industrial Light and Magic (John Knoll), diede un impulso impressionante per la nascita della killer application di gestione per la grafica digitale.
Glen Knoll aveva due hobby, computer e fotografia ed aveva sia una camera oscura sia un Apple II+, il figlio Thomas si appassionò alla fotografia durante il liceo da suo padre Glen, John Knoll aveva acquistato uno dei primi Mac in commercio.

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Thomas Knoll Glenn Knoll 

Arriviamo al 1987, quando Thomas scrisse una subroutine per tradurre immagini in bianco e nero sul suo monitor in scala di grigi. La routine ebbe successo e portò Knoll a crearne altre tali ad un certo punto da averne molte, ognuna per diversi effetti grafici su immagini digitali.
Quando suo fratello John vide il suo lavoro, disse a Thomas di trasformare quello che stava facendo in un programma completo di gestione delle immagini digitali. Le capacità di programmazione di Thomas con l’inventiva marketing di John portò i due fratelli ad una collaborazione per sviluppare altri processi e migliorare l’applicazione iniziale.
Anche se Thomas dovette interrompere la stesura della sua tesi di Thomas, i fratelli fecero uscire nel 1988 il pacchetto "Image Pro".

Nei sei mesi successivi, i fratelli Knoll siglarono una partnership con la Barneyscan, una società che produceva scanner, mettendolo in bundle assieme ai loro prodotti.
Sondarono anche le aziende Supermac e Aldus, ma non si dimostrarono interessate, cosa che nel seguito rimpiansero amaramente.
Fu invece interessata al prodotto la Adobe, una società che faceva applicazioni grafiche soprattutto rivolte al post script e ai font per la stampa digitale, e formarono una partnership che doveva lanciare il loro software e Adobe stessa nella leadership mondiale della grafica.

Nel febbraio del 1990, venne commercializzato Adobe Photoshop 1.0.
... da allora anche la fotografia digitale ebbe la sua “camera obscura”.

 

Adobe Photoshop 1.0

Kodak

Adobe Photoshop 1.0 - 1990  

Nel 1992 Kodak introdusse una seconda versione della macchina digitale in collaborazione con Nikon, la fotocamera professionale DCS-200, basato su un corpo Nikon N8008s, in grado di memorizzare 50 immagini su un disco rigido non rimovibile.

Sempre nel 1992, a dimostrare ormai la forte commistione fra elettronica, informatica e fotografia, il colosso americano dei computer Apple avvia il progetto "Venus", per far entrare l’azienda nel mondo delle fotocamere. Nel 1994 esce la QuickTake 100, una fotocamera da 0,3 Mpx indirizzata al mercato consumer di massa, con flash memory integrata di 1 MB ma non rimovibile. Uno degli errori di marketing è stato integrarla solo col mondo dei computer Apple, interfaccia di collegamento era infatti un cavo seriale e un software apposito per MacOS 9.

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Apple Quicktake 100 (1992)

Ma i Mac non erano ancora diffusi, così che la Apple cercò di riparare rilasciando la QuickTake 150, con un un kit per la compatibilità col mondo Windows. Nel 1996 uscì l'ultimo esemplare della serie, la QuickTake 200 basata sulla "Fujifilm DS-7". L’iniziativa però non ebbe successo commerciale, soprattutto per le prestazioni inferiori alla concorrenza, alcuni difetti tecnici importanti quali la messa a fuoco ma soprattutto un prezzo (750 $), venne quindi interrotta nel 1997.

Fu ancora una collaborazione Kodak e Nikon, assieme per un progetto sovvenzionato dagli US NAVY Commandos, i famosi SEALS, a dare alla luce la prima fotocamera reflex digitale subacquea, la
Nikonos RS (Kodak DCS 425), probabilmente la migliore macchina fotografica subacquea mai realizzata per la fotografia subacquea. Era costruita con un telaio in alluminio pressofuso, abbastanza ingombrante nelle dimensioni e pesanti di peso (2,6 kg), ma di assoluta resistenza, garantita fino a 100m di profondità, con le prime vere ottiche zoom realmente subacquee, un 20-35mm a f2.8 con innesto a baionetta, una risoluzione di 1,54 Mp.

… ma questa macchina fu prodotta in circa 100 esemplari e rimase un segreto fino al 2005, il giornalista, biologo e fotografo subacqueo Jarle Aasland, ricercò nel maggio 2005 inutilmente su Google informazioni sulla fotocamera, e quando inviò a Kodak una mail chiedendone informazioni ricevette questa risposta:
“Mi dispiace, ma quelle macchine non sono mai esistite qui alla Eastman Kodak. Non abbiamo mai fatto quelle fotocamere quello specifico utilizzo. Le informazioni che ha sono incorrette."

Kodak DCS-425 - circa 1997-98

Kodak Nikon DCS-425

circa 1997-98 

Sebbene in quegli anni il mercato della fotografia di qualità fosse ancora dominio dell’analogico, il digitale era quindi oramai un punto di riferimento centrale del mercato fotografico e soprattutto delle prospettive a venire. Nel processo di ripresa e produzione delle fotografie, però, mancava un tassello importante: la stampa.

Fu nel 1994 che la Epson presentò la Stylus Color, una stampante in grado di produrre immagini di qualità sufficiente per produrre fotografie, su carta appositamente studiata allo scopo.
Le maggiori aziende produttrici di carte fotografiche analogiche come la Ilford (leader di mercato per produzioni di pellicole e carte per stampa fotografica) si resero conto del fenomeno e del nuovo cambiamento e cominciarono a produrre carte fotografiche di resa professionale anche per la stampa a getto d’inchiostro.

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Epson Stylus Photo 1 (1994)

Nel 1996 la giapponese Casio (leader del mercato elettronico di massa) metteva in vendita la prima fotocamera compatta digitale dotata di un display LCD, la QV-10. Era l’inizio del mercato di massa della fotografia digitale.

Aveva un display digitale da 1,8 pollici, un CCD da 1/5 di pollice da 250Kpx, un obiettivo fisso (28mm f/8) con fuoco fisso da 60cm a infinito, al tempo del rilascio, in Giappone costava 65.000¥ ed negli USA

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Casio QV-10 (1996)

 

Uno degli elementi ancora a barriera per l’utilizzo delle macchine digitali reflex professionali era, fra gli altri, l’elevatissimo prezzo di acquisto, che derivava anche dal fatto che erano macchine composte da parti di fotocamere analogiche e parti di elementi atti alla digitalizzazione dell’assemblato.

La vera svolta del mercato fotografico professionale digitale si ebbe con la presentazione della Nikon D1, nel 1999, pensata interamente come macchina reflex digitale e non più un assemblato composito di tecnologie differenti, era una vera rivoluzione.
La Nikon D1 era una reflex digitale (DSLR) annunciata il 15 giugno 1999, con un sensore tipo DX di 2,7 Mp, velocità di scatto di 4,5 f/sec e una sensibilità ISO variabile da 200 a 1600. E’ stato il primo modello di Nikon ad uscire con la sigla “D” e la prima reflex professionale interamente digitale.
Aveva uno slot per l’inserimento di flash card intercambiabili ed un collegamento per computer sia per il mondo Apple sia per il mondo Windows, con un software in dotazione per lo scaricamento delle immagini digitali sul computer ed uno più sofisticato per alcune manipolazioni come opzional, aveva modalità di scatto in priorità di diaframmi (A), di tempi (S), completamente manuale (M) e completamente automatico (P).
L’esposimetro poteva essere selezionato su Multi-Area (a compensazione), Semi-Spot (area centrale), Spot (singolo punto).
La Nikon D1 fu sostituita nel 2001 da due fotocamere maggiormente specializzate, la D1H con un CCD da 2,66 Mpx con velocità di scatto di di 5 foto/sec, e la D1x, con CCD a risoluzione di 5,47 Mpx.

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Nikon D1 (1999)

La produzione della Nikon D1, oltre che il fatto in se stesso, ha scosso in modo definitivo il mondo della fotografia, un colosso come Nikon aveva finalmente dedicato un suo modello della linea professionale ad una macchina digitale completamente costruita al suo interno e completamente con tecnologia digitale (ricordiamo che le precedenti esperienze erano macchine derivate da modelli analogici).

A questo punto il mercato digitale era decisamente vasto, basti pensare che nel 2000 venivano prodotti oltre 10 milioni di pezzi, con una gara che si incentrava fra le diverse aziende a colpi di megapixel, di modello in modello.

Ma altra innovazione del 2000 fu il J-SH04 della Sharp Corporation, che introdusse la possibilità di effettuare foto con un telefono cellulare, aveva un prezzo di 500 $, una risoluzione di 0,1 MPx, ed uno schermo LCD a colori, l’accesso ad Internet e un altoparlante.

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Sharp J-SH04 (2000)

Gli altri grandi produttori mondiali seguirono Nikon nell’evoluzione del settore, Carl Zeiss fece uscire nel 2003 la Contax N, che è anche stata la prima reflex digitale full frame (24x36), Olympus nel 2003 commercializza la E-1 una reflex digitale professionale, che inaugura il sistema digitale con sensore 4/3 (2.0x) da 4.9 MPx, Canon prima esce nel 2000 con la sua D30, una amatoriale di fascia alta da 3Mpx, poi nel 2001 propone la sua ammiraglia digitale, la 1D, che montava un sensore denominato APS-H, da 4,1 MPx e di dimensioni intermedie tra pieno formato e APS-C con fattore di moltiplicazione di circa 1,3x.

 

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Contax N (2003)

 

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Canon EOS 1Ds Mark II (2001)

Altro fatto saliente dei primi anni 2000, ed esattamente nel 2003, il mercato delle macchine fotografiche digitali supera quello analogico, aziende che non hanno creduto nel cambiamento o che sebbene in posizioni iniziali di vantaggio non lo hanno sfruttato, hanno avuto forti problemi o addirittura sono state costrette a chiudere, come ad esempio Polaroid, che chiude nel 2001 o Agfa Photo che chiede bancarotta nel 2005 e la Konica che chiude la produzione delle sua macchine nel 2006.

Ma il digitale prosegue l’avanzata tecnologica, nel 2004 Canon presenta una reflex professionale formato 24x36 da 16 milioni di pixel, la EOS 1Ds Mark II e conquista il “trono” (annuale) di maggior produttore di fotocamere digitali al mondo, e nel 2005 presenta la EOS 5D la prima SLR per un mercato consumer con un sensore full frame (24x36) da addirittura 12,8 MPx rivolta al mercato consumer, ad un prezzo di circa 3000$.

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Canon EOS 1Ds Mark II (2001)

Nel Giugno 2006 la DALSA Semiconductor, una divisione di DALSA Corporation, ha annunciato la produzione di un nuovo sensore CCD da addirittura 111 MPx (10.650 pixel x 10.560 pixel). Questo nuovo dispositivo CCD è il primo a infrangere la soglia dei 100 milioni di pixel, ed è stato prodotto presso lo stabilimento di produzione di wafer di DALSA Semiconductor a Bromont in Quebec, e progettato dai Technology Associates Semiconductor (STA) e prodotti con il finanziamento della Marina Small Business Innovation Research Program per il Dipartimento di Astronomia del US Naval Observatory.


Il dispositivo sarà inizialmente utilizzato dalla US Naval Observatory per progetti in ambito dell’osservazione spaziale, in particolari di corpi celesti del sistema solare altri elementi salienti alle soglie del sistema solare.

Nel mercato fotografico, nel 2007 la Nikon presenta la sua professionale D3, una macchina full frame (CMOS 23.9 x 36.0 mm) da 12,1 MPx, tempi da 30 a 1/8000s e sensibilità da 200 a 6400 ISO.

Nel 2007 la Nikon commercializza la D90, la prima reflex digitale al mondo in grado di realizzare anche i video, stessa cosa farà Canon nel 2008 con la 5D Mark II.

 

 

 

 

 

 

 

Nel 2012 la Nikon presenta la D800 e la D800E, entrambe con una risoluzione di addirittura 36,3 MPx, una sensibilità ISO da 50 a 25.600 e tempi di esposizione da 30s a 1/8000, la D800E ha la particolarità rispetto al modello base di avere il filtro sul sensore privato della funzione anti-Aliasing, lasciando inalterato il filtro per il taglio dell'infrarosso (IR-cut), per aumentare ancora la definizione delle immagini, a scapito però di poter riscontrare effetti Moirée.

 

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Nikon D4, D800 e D800E (2001)

Se saltiamo al 2014, e ci guardiamo qualche anno indietro, vediamo telefoni cellulari con risoluzioni di 16 MPx (Samsung Galaxy S5) o che hanno aperture di f/2.2 (Apple iPhone 6), cose appena qualche anno fa impensabili.

Ovvio che la qualità delle reflex digitali è tutt’altra cosa, ma il dato è impressionante solo guardando pochi anni indietro.

E mentre la corsa alle performance tecnologiche prosegue senza sosta, c’è anche chi presenta fotocamere con aspetto vintage ma col cuore della più avanzata tecnologia, come Nikon con la sua Df, presentata nel 2013, che vanta il medesimo sensore FX (full frame) 24x36mm da 16,2 milioni di pixel dell'ammiraglia D4, con una sensibilità da 100 a 12800 Iso, espandibile a 50 in basso e addirittura fino a 204800 Iso in alto.

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Nikon df (2014)