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Le nuove evoluzioni dal 1940
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La prima pellicola per negativi a colori fu prodotta dalla Kodak (Kodacolor-1941), che produsse addirittura un sistema per lo sviluppo e stampa casalingo delle fotografie a colori, chiamato Ektacolor, messo in commercio nel 1947. Seguono la Kodak nel colore la Giapponese Fuji che presenta la sua prima pellicola a colori nel 1948 e la Ferrania in Italia nel 1949, che presenta la sua pellicola Ferraniacolor.

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Etichetta del kit Ektacolor (1947) Stampa Ektacolor su carta (Smithsonian)

Notevole salto in avanti fu portato dalla Carl Zeiss, con la sua Contax S, che propose nel contempo due innovazioni: gli obiettivi interscambiabili a vite (l’interscambiabilità diventerà lo standard da quel momento in poi per le macchine reflex e comunque della fotografia di qualità) ed il pentaprisma per vedere immagini nel mirino non capovolte. 

 

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Contax S

Carl Zeiss - 1949  

L’innesto a baionetta degli obiettivi viene invece introdotta dalla tedesca KWG con la Praktina FX prodotta fra il 1953 e il 1958, che era un vero e proprio sistema componibile, con dorso per pellicole da 17 metri e mirino intercambiabile.

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Praktina FX (1953)

Il concetto di “sistema fotografico” stava prendendo forma, e venne reso reale dalla Nikon, con la Nikon F, presentata nel 1959. La macchina aveva mirini e dorso intercambiabili, motore elettrico, flash ad innesto rapido e un completo set di obiettivi con innesto a baionetta. Diventò di fatto il nuovo punto di riferimento per le reflex professionali.

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Nikon F

Collezione AMI Appareils photos 

Sempre la Nikon, assieme a una intensa collaborazione con Jacques-Yves Cousteau, un esploratore, navigatore e oceanografo francese, disegnò una macchina fotografica stagna chiamata "Calypso-Phot", che fu progettata da Jean de Wouters e prodotto dalla Atoms in Francia. La macchina funzionava fino a 200 piedi / 60 metri sotto il livello del mare. Nikon ha in seguito rilevato la produzione e l'ha commercializzata dal 1963 col nome Nikonos, che diede il via a una ben nota serie di macchine fotografiche subacquee.
La macchina di fatto determinò l’inizio della fotografia subacquea.

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Kine Exacta (1936) Calypso Nikkor (1960)


E' importante sottolineare che in quest'epoca tempi, diaframmi e sensibilità erano fattori con una gestione ancora totalmente manuale, dettati sia da esperienza sia da ricerche.

 

La prima fotocamera ad andare nello spazio fu la Minolta Hi-Matic, che introdotta nel 1962, aveva un obiettivo 45 mm f/2 (o f/2.8) ed era caratterizzata da un esposimetro al selenio e un telemetro, e cosa importante, aveva apertura obiettivo e velocità dell'otturatore impostati automaticamente.  

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Minolta Hi Matic - la prima fotocamera nello spazio (1962) 

 

In seguito per le missioni spaziali americane, furono utilizzate in gran parte le Hasselblad, in particolare la HASSELBLAD 500 C con obiettivo Zeiss Planar 80 mm è stata la prima fotocamera Hasselblad utilizzata dalla NASA nella missione del 3 ottobre 1962, acquistata dall'astronauta Walter M. Schirra in un negozio di Houston.

 

 

 

 

Nel 1963 la Polaroid mette sul mercato le prime pellicole autosviluppanti per la sua macchina fotografica istantanea, seguita poi da Kodak e da Fuji.

Le aziende produttrici in quel periodo erano focalizzate soprattutto sulla massificazione della fotografia, e cercando di semplificarne l’utilizzo addirittura Polaroid nel 1965 propose la Swinger, una fotocamera essenziale, che nel mirino riportava le scritte “YES” o “NO” a seconda che l’illuminazione fosse sufficiente o meno per scattare la foto.

Nel 1965 esce anche la Konica Autoreflex, prima reflex 35mm ad esposizione automatica con priorità dei tempi e la Canon propone la sua reflex 35 mm professionale, la F-1.

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Canon F-1 - qui con Booster T Finder (1965)

E' a quest'epoca che diventa accesa la rivalità fra i due marchi giapponesi, era infatti già diffusa la disputa se fosse meglio la Nikon F2, uscita in quei periodi, oppure la Canon F-1.

All’apice della guerra fredda fra USA ed URSS, che aveva condotto le due superpotenze a ingaggiare una vera e propria gara per la conquista della luna, il 20 luglio 1969, gli stati uniti riuscirono nell’intento di fare sbarcare un equipaggio sulla superficie del nostro pianeta, con le fantastiche foto che fecero il giro del mondo. La macchina fotografica con cui vennero scattate quelle meravigliose immagini era la HASSELBLAD EDC (Electric Data Camera), equipaggiata con un obiettivo Zeiss Biogon 60 mm appositamente progettato e un filtro polarizzatore permanentemente montato sull'obiettivo stesso. Questa macchina era derivata da un modello standard (la 500 EL), ed era stata modificata appositamente per l'utilizzo sulla superficie lunare.
Interessante da riportare è che la fotocamera era provvista di un vetro (posto a contatto con la pellicola) su cui erano incise delle croci di riferimento che si ritrovano su ogni fotogramma scattato.

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Hasselblad EDC - modello per la missione spaziale (1969) Buzz Aldrin - Notare le croci sulla foto (1969)

Armstrong ebbe la responsabilità principale delle riprese fotografiche durante la missione, per cui la maggior parte delle foto delle camminate lunari sono in realtà di Buzz Aldrin mentre passeggia e fa esperimenti, una curiosità risiede nel fatto che la NASA abbia modificato il famoso ritratto di Buzz prima di rilasciare l'immagine ai media. Foto come queste e quelle delle impronte di Aldrin sul terreno lunare hanno fatto il giro del mondo, sono stati venduti milioni di poster e chiunque o prima o poi ha messo una di queste foto come sfondo del desktop del computer.

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